domenica 30 settembre 2012

QUASI UN SECOLO TRA I FIORI

Dal tavolo della conferenza parlano, parlano. “Mario Calvino: il sogno di un progressista utopico".Titolo arduo. Libereso Guglielmi e’ in prima fila, scruta i relatori ma i suoi occhi vanno oltre.  Certo, non poteva mancare, lui, che con quel Calvino trascorse mezza vita. Lui che gli fece da figlio quando Italo cercava ispirazione   e mondanità e suo padre ne soffriva. Mario il ricercatore, Mario l’agronomo, Mario che con la sua passione botanica importò a Sanremo dai suoi viaggi decine di nuove piante ornamentali. Padre scienziato di un ragazzino eccezionalmente dotato con il futuro già proiettato alla scrittura e che nulla voleva saperne di fotosintesi e ibridazioni. L'opposto di Libereso,  da sempre giardiniere dei Calvino ma anche molto di piu’. Imparo' tutto, questo  cursioso e docile ragazzo che amava sopra ogni cosa piante, insetti e rettili rari.  Italo nella sua stanza volava con l'immaginazione; lui, di sotto, tra i viottoli, addomesticava lucertole, piantava  bulbi, parlava con orchidee e farfalle. E seguiva Mario in ogni dove. "Ero io il figlio che avrebbe voluto avere. Mario ci chiamava, e Italo scappava…” ci racconta oggi Libereso mentre lo intervistiamo. Ha 87 anni ma non è passato un giorno. E' un ragzzo con la barba bianca, un saldo bastone in  mano, il giardino dei Calvino impresso nel suo cuore.  E per noi, fortunati, c'è un nuovo tassello, un altro pezzetto di vita da raccontare. 

1 commento:

  1. Articolo bello bello, Lucia.
    Con una infinità di "storie" in una misura di righe.

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